Storia dell'Istituto
a cura di Leonardo Farinelli
Il Governatore delle regie Province dell’Emilia, Carlo Luigi Farini, con Decreto del 10 febbraio 1860 (1) istituiva le tre Deputazioni di storia patria per le Province delle Romagne, con sede a Bologna, delle Province modenesi, con sede a Modena e delle Province parmensi, con sede a Parma, allo scopo di:
a) procurarsi esatta contezza de’ luoghi in cui esistono le raccolte di antichi documenti;
b) disporre queste raccolte in luoghi convenienti, classificandole in modo da poter essere consultate e studiate;
c) scegliere tra questi documenti quelli più importanti, studiarli e darli alle stampe;
d) raccogliere le tradizioni, le leggende e le superstizioni “ancor vive nelle Classi meno colte di queste Provincie”;
e) raccogliere inoltre ed ordinare, a forma di Dizionari i vocaboli dei dialetti principali dell’Emilia. (art. 2 Decr. CLF).
1) a nulla mutare nell’ordinamento della Società storica parmense;
2) a denominarla Deputazione,
3) a conferirle la dignità di un’istituzione regia,
4) ad assegnarle una dotazione annua,
5) ad aggiungere ai vecchi soci due nuovi: Jacopo Sanvitale e Filippo Linati.
Con Regio decreto del 6 luglio 1862, il Governo dell’Italia unita, poi, completando l’opera del Farini, forniva lo Statuto alle tre Deputazioni emiliane.
Lo Statuto, oltre a individuare gli scopi, dettare i principi organizzativi, indicare le funzioni e i diritti e i doveri dei soci, prevedeva tre tipi di adunanze:
- speciale per ciascuna Deputazione;
- generale delle Deputazioni dell’Emilia;
- una solenne annuale a Deputazioni riunite alternativamente a Bologna, Parma, Modena ed anche in alcune delle città secondarie, ove ne sia manifesta la convenienza [Titolo VIII Statuto].
Inoltre due tipi di pubblicazioni: i monumenti storici (3) e un volume almeno per anno degli atti complessivi delle tre Deputazioni (4).
Strettamente collegata alla consorella modenese, nel 1890 la Deputazione di storia patria per le province parmensi e piacentine si rendeva autonoma. L’autonomia portava con sé nel 1892 la nascita dell’Archivio storico, quel volume annuo previsto dallo Statuto del 1862 (artt. 38, 39, 40).
Fino a questa data, le letture e le comunicazioni, i verbali delle sedute del Consiglio direttivo della Deputazione parmense erano pubblicati negli Atti e memorie di storia patria per le province modenesi e parmensi (1860-1876; 1883-1890) e per le province dell’Emilia (1877-1882).
Angelo Pezzana, Jacopo Sanvitale, Luigi Sanvitale, Filippo Linati sono i personaggi, illustri nelle lettere e nella politica, che guidarono la Deputazione dal 1860 al 1895, anno in cui la presidenza era assunta da Giovanni Mariotti, che la tenne fino alla morte, avvenuta nel 1935.
Da questa data e fino alla caduta del Fascismo, la Deputazione perdeva la sua autonomia diventando sezione della Deputazione di storia patria dell’Emilia e Romagna.
Grazie poi all’interessamento dell’on. Giuseppe Micheli, il sodalizio recuperò la sua autonomia.