SCIENZA E MEDICINA

Francesco Gennari  e la sua “stria”.

Giacomo Rizzolatti

Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università di Parma, 43125 e Istituto di Neuroscienze del CNR, Unità di Parma, 43125, Italia.

Corrispondenza: Giacomo Rizzolatti, Università di Parma, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Via Volturno 39, 43044, Parma, Italy. E-mail: giacomo.rizzolatti@unipr.it

  

Il settecento è il grande secolo di Parma. E’ il secolo che le ha dato quell’impronta particolare che la distingue ancora oggi dalle altre città padane. Il fatto storico responsabile  è l’arrivo a Parma di Filippo di Borbone, duca di Parma dal 1748 al 1765 . L’arrivo dei Borboni e del loro seguito trasforma Parma da città provinciale, simile a molte altre città emiliane, in un vivace centro intellettuale inserito nella cultura illuministica internazionale. Con il duca arrivano a Parma personaggi di grande rilievo come il primo ministro du Tillot, il filosofo Condillac, ed intellettuali cone  Paciaudi ed il tipogafo Bodoni.

              I nuovi governanti modernizzano la vita intellettuale della città, fondano la Biblioteca Palatina, l’Orto Botanico, il Gabinetto di Fisica, la Scuola di Veterinaria e il Teatro di Anatomia. Ancora più importante per quanto concerne Francesco Gennari è la Costituzione per i nuovi regi studi (1768) che, in pratica rifonda l’Università di Parma. A Parma vi era una Università sin dal medioevo, ma questa antica e prestigiosa istituzione era molto decaduta all’inizio del diciotttesimo secolo. Il Duca Ferdinando la rifonda e le dona anche parte delle proprietà dei Gesuiti da poco espulsi.

        Il nome di Francesco Gennari appare per la prima volta  nei registri universitari (“Funzioni scolastiche”) per avere superato l’esame di matematica nel luglio 1772. Il suo nome appare poi di nuovo il 1 di agosto del 1773 per avere superato l’esame di Filosofia. Il superamento di entrambi questi esami erano prerequisiti indispensabili per iscriversi alla Facoltà di Medicina, cui infatti Gennari si iscrisse in quell’ anno. Quattro anni più tardi Gennari ricevette il titolo di Dottore in Medicina e, poco dopo,  divenne membro del Collegio dei medici. Il suo sponsor in entrambi  casi fu il prof. Cortesi,  Docente di “Medicina Pratica “.

        E’ difficile capire come Francesco Gennari sia riuscito a divenire medico. Gennari nacque a Mattaleto un piccolo borgo a pochi chilometri da Langhirano. Nei registri della chiesa di San Michele in Mattaleto si trova che il 4 ottobre 1752 è stato battezzato il figlio di Giuseppe Gennari e di su moglie Jacoba con  il nome di Francesco Lorenzo. Pezzana (1833) nelle sue “Memorie degli Scrittori e Letterati Parmigiani”(1) scrive che i Gennari erano una famiglia povera. che possedeva solo un minuscolo terreno. Si ignora quale benefattore abbia permesso a Francesco Gennari di compiere gli studi  preliminari per Medicina e poi quelli della stessa Facoltà.

        Gennari iniziò le sue ricerche sull’anatomia del cervello da studente. La tecnica che usava era l’esame di cervelli umani congelati. Di questi  descriveva la struttura esterna, ed, in seguito dopo averli sezionati, l’organizzazione interna. Questa, secondo l’anatomia classica era costituita da sostanza grigia all’esterno e da sostanza bianca all’interno. Gennari pubblicò le sue osservazioni anatomiche sei anni dopo la laurea nel libro “ De Peculiari Structura Cerebri’ (2) . L’editore fu Bodoni, il famoso tipografo, che ne divenne amico e protettore.

        Il  libro  di Gennari descrive la struttura delle meningi, la forma dei ventricoli, vari aspetti della corteccia cerebrale sia in soggetti normali sia  in soggetti con patologie. Il dato nuovo e, veramente rivoluzionario, di Gennari è che la sostanza grigia non è omogenea, ma che in essa si trova una stria di sostanza bianca. Questa stria bianca che, scrive Gennari “chiamerei la terza sostanza di questo organo” si nota poco nella parte anteriore del cervello, mentre è chiaramente visibile nel lobo occipitale. Inoltre, è sulla superficie mediale della parte posteriore dell’emisfero che la stria è particolarmente evidente. “In nessuna altra parte della corteccia la ho vista più chiaramente.”

        I contributi fondamentali di Gennari all’anatomia del sistema nervoso sono due.  Il primo è che la corteccia cerebrale non è omogenea. Questa osservazione rappresenta l’inizio dello studio della citoarchitettonica corticale. Il secondo è la sua accurata descrizione della “stria”. Questa stria caratterizza la corteccia visiva primaria che ancor oggi vien chiamata “corteccia striata”.

        Le osservazioni di Gennari furono confermate pochi anni dopo da due famosi anatomici:  Félix Vicq d’Azur (3), professore a Parigi e membro dell’Académie de Sences e il tedesco Samuel von Sommering (4), uno dei più eminenti medici e ricercatori tedeschi dell’epoca. La fama del piccolo medico parmigiano sarebbe stata senza dubbio oscurata da questi grandi della medicina , se il libro di Bodoni, diffuso in tutto il mondo scientifico non avesse ripristinato la priorità della scoperta di Gennari. Fu però solo alla fine dell’ Ottocento che la priorità della scoperta di Gennari fu stabilita ed accettata da tutto il mondo scientifico grazie all’opera dell’anatomico austriaco Obersteiner (5).

        Non si conoscono altre opere scientifiche di Gennari. Un anno dopo la pubblicazione del suo libro, una petizione fu fatta al Duca perché il Gennari, “un anatomico molto promettente”, fosse assunto. come assistente con uno stipendio di 100 lire al mese. La petizione indicava anche (curiosamente)  dove si poteva reperire questa somma. Infatti il professore di anatomia andava in pensione ed il suo stipendio era di 500 lire mensili. Al sostituto si potevano dare come stipendio 400 lire mensili. Le cento lire risparmiate permettevano di assumere il Gennari. Sembra che questo suggerimento sia stato accettato dal duca, ma non si conosce alcuna pubblicazione del Gennari.

        Del Gennari si sa che in seguito fece il medico. Nonostante avesse una discreta clientela era sempre bisognoso di soldi in parte per la sua generosità nel curare gratuitamente i malati poveri, ma soprattutto per il vizio del gioco. Ci fu un periodo in cui ebbe seri problemi con la giustizia e si hanno lettere in cui chiede aiuto al Bodoni ed altre in cui lo ringrazia pe il suo interessamento. Gennari morì a 45 anni, in miseria, abbandonato da tutti,  anche dagli amici che trattava, secondo il Pezzani, “in maniera disgustosa”.

        Francesco Gennari rappresenta un genere di scienziato unico. Lavorando con materiale minimo, come cervelli umani induriti dal ghiaccio ed un bisturi, scoprì un dato fondamentale della anatomia del cervello umano: la variabilità regionale. Cento anni dopo la sua pubblicazione  fu anche accettato  che la stria del Gennari caratterizza la corteccia visiva primaria. In ogni caso non c’è dubbio che il concetto che esistano differenze strutturali tra le varie aree corticali ha origine grazie al lavoro di Francesco Gennari 

 

 

Bibliografia

1)     Pezzana, A. (1833) Memorie degli scrittori e letterati Parmigiani, Vol. VII Tipografia Ducale

 

2)     Gennari, F. (1782)  De Peculiari Structura Cerebri,  Parma Ex Regio Tipographeo

 

3)     Vicq d’Azyr, F. (1786) Traité d’Anatomie et de Physiologie, Didot l’Aine, Paris

 

4)     Soemmering, S.T. (1778) De Basi Encephali in Originibus Nervorum Cranio Egredientium, Goettingen

 

5)     Obersteiner, H. (1888) Anleitung beim Studium der Nervosen Centralorgane im Gesunden und Kranken Zustande. Toeplitz und Deuticke, Leipzig und Wien

Gennari testo.pdf