Pontremoli e il dominio degli Sforza (1441-1500)
La mostra online “Pontremoli e il dominio degli Sforza (1441-1500)”, curata dal nostro socio corrispondente Davide Tansini, propone un itinerario attraverso la storia medievale e rinascimentale dell’Appennino.
L’esposizione è dedicata al legame che unisce la Lunigiana alla dinastia sforzesca, signora di Parma, Piacenza e dell’alta Val di Magra fra gli anni ’40 e ’90 del XV secolo.
Lo studioso ricostruisce le vicende che resero Pontremoli caposaldo militare e fulcro politico del Ducato di Milano verso l’Italia tirrenica.
Nel 1441 il duca Filippo Maria Visconti assegnò Cremona e il Pontremolese alla figlia Bianca Maria quale dote per le sue nozze con il capitano di ventura Francesco Sforza.
Nel 1448, dopo la morte del suocero, il condottiero conquistò Piacenza; l’anno seguente Parma e Borgo San Donnino; nel 1450 s’impadronì di Milano, di cui divenne il sovrano.
Per Francesco e i suoi successori fu fondamentale l’alleanza con i banchieri Medici (soprattutto Cosimo e Lorenzo il Magnifico), egemoni sulla Repubblica Fiorentina e grandi finanziatori degli Sforza.
Grazie alla sua strategica collocazione lungo la Via Francigena, la roccaforte pontremolese svolse un ruolo primario nel mantenere le comunicazioni fra Toscana e Valpadana.
Il saldo controllo dello snodo lunigianese fu un importante elemento che aiutò Francesco Sforza e Cosimo de’ Medici a negoziare e stipulare nel 1454 i più celebri trattati dell’Italia rinascimentale: la Pace di Lodi e la Lega Italica.
L’area tra la Lunigiana e le valli del Taro, del Ceno, della Baganza e della Parma era molto delicata e instabile: qui i signori di Pontremoli dovevano confrontarsi, oltre che con la Repubblica di Firenze, con quella di Lucca, con gli stati estensi (il Ducato di Ferrara e quello di Modena e Reggio) e con la Repubblica di Genova (che gli stessi Sforza assoggettarono a più riprese fra il 1464 e il 1499).
La situazione era complicata dal forte particolarismo dei lignaggi Fieschi, Fregoso, Landi, Malaspina, Terzi e, soprattutto, Pallavicino e Rossi, che nell’Emilia del Quattrocento capeggiavano feudi dotati di ampie autonomie.
Significativo fu il rapporto con il marchese Rolando II Pallavicino di Busseto e con il conte Pier Maria II Rossi di San Secondo: rivali lungo il corso del Taro ma entrambi alleati di Francesco Sforza.
Le schede della mostra (che affiancano l’apparato testuale a una serie di immagini) seguono il dominio dei duchi milanesi fino alla caduta di Ludovico il Moro, spodestato nel 1499-1500 dal re di Francia Luigi XII di Valois-Orléans.
Per sviluppare i contenuti della mostra Davide Tansini utilizza fonti d’archivio conservate in varie località italiane (Cremona, Firenze, Genova, Lucca, Milano e Venezia, oltre che Massa, Parma, Piacenza e Pontremoli).
Impostata su undici temi ricorrenti, l’esposizione si occupa di ambiente, cultura, curiosità, documenti, economia, politica, società e vita quotidiana nell’area appenninica compresa fra Massa e Carrara, Parma e La Spezia.
“Pontremoli e il dominio degli Sforza (1441-1500)” fa parte della rassegna «Percorsi nel tempo» ed è accessibile su sito www.inarce.com.