Cornelio Ghiretti e la scuola parmense di sbalzo e cesello.
Cornelio Ghiretti e la Scuola parmense di sbalzo e cesello
LA COLLEZIONE CANTADORI
Palazzo Bossi Bocchi - Parma
26 febbraio - 29 maggio 2022
mostra a cura di Francesca Magri e Anna Mavilla
con la consulenza scientifica di Rossella Cattani e Antonella Ramazzotti e con la collaborazione di Angelo Ghiretti
realizzata da Fondazione Cariparma
Giornate di apertura e orari:
martedì e giovedì 15.30/18.00 - sabato e domenica 10.00/12.30; 15.30/18.00
INGRESSO GRATUITO
Inaugurazione: sabato 26 febbraio 2022, ore 17
A Palazzo Bossi Bocchi una mostra dedicata ai maestri del metallo: Renato Brozzi, Cornelio Ghiretti e Mario Minari, che nella prima metà del Novecento contribuirono alla nascita della Scuola parmense di sbalzo e cesello
Recentemente donata a Fondazione Cariparma, la Collezione di Claudio Cantadori, pronipote dell’artista Cornelio Ghiretti, è il frutto di una ricerca costante e appassionata, che indaga il mondo della scultura e dell’arte decorativa della prima metà del Novecento parmense, con un particolare interesse nei confronti di tre originali artisti: Renato Brozzi, Cornelio Ghiretti e Mario Minari.
La possibilità di studiare la collezione di opere generosamente donate da Claudio Cantadori, per la maggioranza inedite e fortemente suggestive ha consentito da un lato di riallacciare il filo della storia della “Scuola parmense di sbalzo e cesello” e dall’altro, grazie alla ricerca che ne è scaturita, di far emergere accanto alla più nota vicenda umana ed artistica di Renato Brozzi, quelle dei meno conosciuti Cornelio Ghiretti e Mario Minari, evidenziandone la specificità del registro espressivo, sempre di qualità altissima e controllata, e l’unicità nel panorama artistico italiano dei primi decenni del Novecento.
L’origine della “Scuola parmense di sbalzo e cesello” va ricercata nel comune ambiente di crescita dei tre artisti originari di Traversetolo: la Fonderia di Giuseppe Baldi, il luogo in cui si intrecciano le vicende artistiche e le storie personali dei tre giovani agli albori della loro carriera.
L’apprendistato presso Baldi aveva insegnato loro una struttura di lavoro, nella quale il “progetto” si fondeva con la procedura esecutiva, ma per arrivare ad una completa formazione i tre dovettero conciliare il difficile riunirsi del mestiere con l’arte, dell’abilità manuale con la cultura, della tradizione con la proiezione artistica futura. Tutti e tre, in tempi diversi ma con le stesse estreme difficoltà, hanno frequentato il Regio Istituto di Belle Arti di Parma.
Oltre alla povertà della nascita e all’origine autodidatta della propria cultura, che li spinge a imparare prima il mestiere e poi l’arte, accomuna gli artisti l’amoroso interesse per la natura e soprattutto per i singoli animali, dalla presa diretta alla stilizzazione in complementi d’arredo, sebbene con sensibilità e predilezioni tematiche del tutto autonome, che vanno dalla fauna spiccatamente acquatica privilegiata da Ghiretti, ai fasianidi tanto amati da Minari.
Se la figura di Brozzi è già stata ampiamente indagata da numerose pubblicazioni e mostre temporanee, oltre che dal Museo Renato Brozzi che gli è stato dedicato a Traversetolo presso la Corte Agresti, quelle di Ghiretti e Minari sono le vere scoperte di questa esposizione.
Claudio Cantadori e la cugina Cornelia Ghiretti – entrambi legati da stretta parentela all’artista - negli ultimi 30 anni hanno raccolto tutte le opere di Ghiretti ritracciate sul mercato antiquario italiano ma anche internazionale, arrivando a collezionare decine di sbalzi in rame e argento, varie sculture in bronzo, più di un centinaio di disegni, spesso studi o bozzetti per opere, alcune delle quali qui in mostra, altre forse perdute o mai realizzate.
Appassionato collezionista, Claudio Cantadori ha acquistato sul mercato anche opere del capostipite della scuola, Renato Brozzi, e un’opera di Mario Minari, un piatto sbalzato in rame con coppia di pesci gatto, pensando ad un nucleo omogeneo per scuola.
Proprio per completare e approfondire la ricerca artistica del donatore, le curatrici della mostra hanno attinto a collezioni private, riuscendo a ricostruire la figura di Minari, che a pieno titolo è stato inserito tra gli esponenti di spicco della “Scuola parmense di sbalzo e cesello”